Obicà / Obika / Oh -be -kah

Progetto di allestimento per ristoranti, nell’identificare la riconoscibilità internazionale di un marchio e della qualità italiana nel cibo, in luoghi e contesti differenti: Obicà è un sistema di relazioni e di componenti, di materiali tipizzanti, di capacità espositive per presentare nei luoghi di ristorazione il prodotto “cibo italiano”, in particolare la mozzarella di bufala, nei suoi singoli elementi

e nella loro “composizione” in insiemi. Architettura d’interni e cucina, per definire un marchio e per esprimere, nelle differenti condizioni spaziali, un senso d’identità complessa. Luoghi nel mondo, in espansione: per esemplificare, da Milano, Firenze e Roma a Los Angeles, Londra, New York. Contesti differenti, dagli spazi interni di edifici storici, fra colonne rustiche, lesene e modanature, alle spazialità contemporanee, superfici e geometrie distinte in cui contrassegnare con evidenza sintetica valore e riconoscibilità del marchio: il tema induce alla condensazione di concetti che comportano suggestioni parallele, procedendo per opposizioni e per sintesi, fra unicità dell’esperienza e ripetibilità, al fine di identificare nelle varie situazioni linee compositive che operano attraverso gli elementi astratti del progetto. 

Unicità ed adattabilità, prospettando consonanza delle atmosfere e contestualizzazioni singole, divengono assi concettuali ed operativi del progetto: selezionare i nuclei distintivi di una tavola delle ricorrenze e delle variazioni, elementi dotati di specifica connotazione materica, elementi idonei a comporre spazi. Acciaio, vetro, sensazioni visive e tattili. Le pareti attrezzate costruiscono veri e propri sistemi espositivi, per presentare prodotti su scaffali in ferro nero, in volumi vetrati, in combinazioni ferro-vetro, e nello stesso tempo definire lo spazio ed assecondare atmosfere d’accoglienza. Banconi modulabili, per costituire un nucleo centrale od allungarsi per linee, dilatare o concentrare lo spazio e formare relazioni multiple con i differenti ambienti, nella continuità del materiale; banconi che si evolvono e conglobano nella propria struttura le teche vetrate espositive per il prodotto principe, la mozzarella di bufala. 

Lo spazio interno dei ristoranti si costruisce con la coniugazione degli elementi-utensili di un catalogo di progetto che raggiunge anche il ventaglio delle sensazioni, per percepire spazi e densità. Elementi attraverso i quali si forma l’insieme delle variazioni: la luminosità, concentrata o diffusa; la trasparenza o l’opacità; i volumi contenitori-espositori si saldano alle pareti, attraversano lo spazio, identificano geometrie solide e virtuali dell’architettura.

Immagini gentilmente fornite da Labics


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