Memoriale della Shoah

SET Architects
Lorenzo Catena, Onorato di Manno, Andrea Tanci

In un nuovo spazio urbano, una piazza sorta a seguito della realizzazione della stazione dell’Alta velocità, la città di Bologna ha scelto di collocare un monumento dall’alto valore simbolico, il Memoriale della Shoah, realizzato a seguito di un concorso internazionale su progetto di SET Architects. Il sito rappresenta un punto strategico nella maglia urbana, alle porte della prima periferia, immediatamente al di là del fascio dei binari ferroviari che separano questa parte di città dal centro storico. Ma, al tempo stesso, in prossimità del ponte che le collega. Si tratta di una periferia storica, consolidata, oggi

in forte trasformazione, che si dota così di una nuova polarità, un landmark altamente evocativo ed emozionale, un’opera fortemente materica che con pochi segni raggiunge l’obiettivo di invitare a riflettere sulla tragedia dell’Olocausto. Due prismi in acciaio Cor-ten a pianta trapezia rettangolare, che misurano in lunghezza e altezza 10 m, si fronteggiano in modo che i lati obliqui convergano, creando un percorso, che da una larghezza iniziale di 1.60 m si riduce a un varco di appena 80 cm, generando un immediato senso di oppressione. Al loro interno, i prismi sono suddivisi da una griglia di lastre orizzontali e verticali che si intersecano a 90°, formando una serie di spazi vuoti che rievocano le celle dei dormitori dei campi di concentramento. Sul lato esterno, le facciate del Memoriale si presentano come una superficie liscia continua, sulla quale il perimetro delle celle è solo vagamente accennato da lievi sporgenze del metallo, a simboleggiare la consapevolezza contemporanea. Il significato dell’opera si esprime anche attraverso la scelta dei materiali: l’acciaio Cor-ten è un materiale cangiante, la cui superficie si ossida nel corso degli anni, diventando testimone dello scorrere del tempo e della Storia; il percorso tra i due blocchi è pavimentato in ballast, pietrisco basaltico tipico delle massicciate ferroviarie, a rievocare il percorso ferrato che collegava i due campi di Auschwitz I - Stammlager e Auschwitz II - Birkenau. Ultimo elemento è la luce, che diviene fondamentale nella percezione e fruizione dell’opera. Quando durante il giorno la piazza è colpita dai raggi del sole, lo stretto passaggio immerso nella penombra proietta il visitatore in un’atmosfera di riflessione; di notte, i fasci di luce artificiale che investono i volumi amplificano il valore monumentale del Memoriale.

Immagini di Simone Bossi fornite da SET Architects


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