I luoghi del verde e degli spazi pubblici - Restituire alla fruizione pubblica luoghi di qualità

SUK - Superkilen, 2012, Copenhagen
BIG Architects, Topotek1, SUPERFLEX
Superkilen è un masterplan nel quartiere di Nørrebro, a Copenhagen, ideato e sviluppato da BIG Architects in collaborazione con i paesaggisti di Topotek1 e gli artisti visivi di SUPERFLEX. Vincitore di un bando indetto dal Comune di Copenhagen assieme all’associazione Realdania, mirato al miglioramento degli standard di vita e più in generale alla riqualificazione di questo distretto dalla forte matrice multiculturale e teatro di sporadici episodi di violenza, Superkilen può definirsi un progetto a più mani non solo per il coinvolgimento di tre diverse realtà professionali, ma soprattutto per il contributo dei cittadini. Tramite canali mediatici e sociali, i residenti sono stati contattati per suggerire funzioni ed elementi di arredo urbano da inserire nel masterplan; un vero e proprio processo di partecipazione dal basso, sfociato nell’inserimento di oggetti di vita quotidiana provenienti da 57 nazioni (ossia il numero delle comunità etniche di Nørrebro), tra cui dissuasori da marciapiede dal Ghana,

porta biciclette arcobaleno dalla Finlandia, una piovra-scivolo dal Giappone e panchine con pubblicità annessa dal Brasile. È una versione moderna del giardino universale, che fonde architettura, architettura del paesaggio e arte in un unico luogo, riflettendo e incarnando la natura del quartiere. Il masterplan occupa un’area di 30 mila metri quadrati e si sviluppa attorno al tessuto residenziale della zona. Superkilen si divide in tre zone: una rossa, una nera e una verde, tra loro collegate con piste ciclo-pedonali riccamente piantumate. La vegetazione è stata selezionata e posizionata sulla base di tre fattori: il periodo di fioritura, il colore e l’origine, a scopo di armonizzarsi al meglio con i temi delle zone. La piazza rossa viene utilizzata principalmente come mercato durante il fine settimana, offre spazi ricreativi dove praticare sport e funge anche da area fitness (infatti, parte della pavimentazione è gommata). Questa zona è un’estensione di Nørrebrohallen, complesso sportivo e culturale già presente a Nørrebro, e si propone di traslare all’aperto, nello spazio pubblico, ciò che prima accadeva al chiuso. La piazza nera è il cuore di Superkilen, qui infatti sono stati installati dei tavoli dove poter giocare a scacchi o backgammon ed è visibile da lontano grazie ad un’insegna neon proveniente dal Qatar. Si arriva infine alla piazza verde che, come si può evincere dal nome, non è nient’altro che il giardino. Qui si trovano aree attrezzate per picnic, ma anche un campo da basket, installazioni e attrezzi ginnici per i più sportivi. Il masterplan si propone dunque come un’occasione di riqualificazione, ma anche come un’opportunità di ritrovo per residenti e turisti, i quali oltre a godere di questo spazio pubblico così peculiare possono venire a conoscenza delle nazioni rappresentate, grazie a un testo esplicativo in danese e nella lingua di origine di ogni oggetto.

El Valle Trenzado, 2013, Elche
Grupo Aranea
Il progetto curato da Grupo Aranea, vincitore dell’edizione 2015 del Premio Internazionale di Architettura Barbara Cappochin, è un intervento volto alla riqualificazione degli argini del fiume Vinalopó a Elche, in Spagna.  Per l’occasione è stata creata una sorta di “autostrada pedonale” che collega due parti della città in una zona non del tutto sfruttata dai residenti. Gli architetti sono partiti con l’allestire un laboratorio di un mese coinvolgendo gli abitanti e le comunità locali, così da cogliere le effettive esigenze “dal basso” e rendere l’intervento efficace a livello infrastrutturale, ma anche di utilità pubblica. A questo primo step è seguita una fase di co-gestione con gli interlocutori responsabili del sito, tra cui il Comune di Elche, l’azienda partecipata Aguas de Elche e il Dipartimento regionale dell’ambiente. Questa operazione si distingue dalle canalizzazioni in cemento armato degli anni Settanta presenti nel sito per la sua capacità di imporsi non solo come progetto architettonico, ma anche naturalistico e urbanistico. Al tessuto ottocentesco di Elche, fortemente caratterizzato da isolati regolari, Grupo Aranea ha contrapposto la sinuosità del percorso di collegamento, che ricongiunge i due fronti della gola profonda fino a 40 m. In questo modo, oltre a ricucire una cesura urbana, El Valle Trenzado crea una rete di ponti e stradine a diverse quote, così da superare il dislivello e riportare il fiume con il suo ecosistema nel cuore pulsante della città.

Promenada, 2014, Velenje
Enota
Velenje è una città croata di recente fondazione. La sua genesi risale all’epoca post-bellica, precisamente agli anni Cinquanta del secolo scorso, quando venne pianificata prendendo spunto dagli ideali modernisti di città-giardino. Il suo centro storico, pur essendo inaccessibile al traffico veicolare, non è mai stato sfruttato nella sua pienezza quale spazio pubblico a causa dell’assenza di aree destinate alla collettività e alla sempre più massiccia presenza di parcheggi che hanno lentamente e progressivamente eroso zone vergini e inoccupate. In questo contesto, lo studio Enota è stato incaricato di rivitalizzazione di Promenada - termine sloveno per “passeggiata” -, ossia l’arteria che interseca il fiume Paka che taglia il centro urbano. Per farne un luogo di pubblico interesse, gli architetti hanno ricercato una soluzione di pubblico interesse e in grado di riportare le persone nel centro di Velenje. Il risultato finale è coinciso con una serie di micro-ambienti disposti in serie, a partire da un parcheggio a due piani (uno al livello stradale, l’altro in copertura), passando per un’area verde in rilievo sino a terminare in una piazza pubblica circondata da alcuni complessi residenziali. Lungo questo nuovo asse, precisamente in sede centrale, Enota ha costruito, quale punto focale dell’intervento, un anfiteatro che degrada dolcemente verso l’acqua con gradinate in pietra in corrispondenza di entrambi gli argini.

Promenada, 2014, Velenje
Enota
Velenje è una città croata di recente fondazione. La sua genesi risale all’epoca post-bellica, precisamente agli anni Cinquanta del secolo scorso, quando venne pianificata prendendo spunto dagli ideali modernisti di città-giardino. Il suo centro storico, pur essendo inaccessibile al traffico veicolare, non è mai stato sfruttato nella sua pienezza quale spazio pubblico a causa dell’assenza di aree destinate alla collettività e alla sempre più massiccia presenza di parcheggi che hanno lentamente e progressivamente eroso zone vergini e inoccupate. In questo contesto, lo studio Enota è stato incaricato di rivitalizzazione di Promenada - termine sloveno per “passeggiata” -, ossia l’arteria che interseca il fiume Paka che taglia il centro urbano. Per farne un luogo di pubblico interesse, gli architetti hanno ricercato una soluzione di pubblico interesse e in grado di riportare le persone nel centro di Velenje. Il risultato finale è coinciso con una serie di micro-ambienti disposti in serie, a partire da un parcheggio a due piani (uno al livello stradale, l’altro in copertura), passando per un’area verde in rilievo sino a terminare in una piazza pubblica circondata da alcuni complessi residenziali. Lungo questo nuovo asse, precisamente in sede centrale, Enota ha costruito, quale punto focale dell’intervento, un anfiteatro che degrada dolcemente verso l’acqua con gradinate in pietra in corrispondenza di entrambi gli argini.

Cultuurpark Westergasfabriek, 2003, Amsterdam
Gustafson, Porter + Bowman e Mecanoo Architects
Negli anni Sessanta del XX secolo, con la scoperta di riserve naturali, la Westergasfabriek, fabbrica del gas costruita nella periferia ovest di Amsterdam nel 1885 su progetto di Issac Gosschalk in stile neorinascimentale olandese, cessò la propria attività. A distanza di vent’anni, nel 1981, subì un cambiamento di destinazione d’uso, con la riconversione in spazio ricreativo. L’effettiva trasformazione in parco culturale e per divertimento avvenne, tuttavia, solo nel 1996 con il lancio di un bando di concorso successivamente vinto dal progetto di masterplan “Changements”, a firma dello studio Gustafson, Porter + Bowman con la collaborazione di Francine Houben, architetto olandese e fondatrice dello studio Mecanoo. La proposta offriva una grande varietà di esperienze all’interno di uno spazio diversificato di 130 mila metri quadrati; il tutto senza stravolgere l’assetto originario e la matrice formale degli stabilimenti rimasti intatti, considerati vere e proprie vestigia storiche.Trattandosi di una zona contaminata per effetto della sua funzione originaria di centro di produzione del gas, i progettisti hanno dovuto studiare una soluzione per rimuovere il suolo contaminato senza andare a compromettere altri terreni sani. Per questo motivo, hanno deciso di prendere nuova terra e sostituirla a quella inquinata, a sua volta riutilizzata in loco per creare porzioni di parco dalla morfologia ondulata. Questa estesa area verde ecosostenibile, attraversata da un sentiero che si sviluppa in diagonale e arriva a toccare uno stagno delle ninfee e un giardino acquatico (realizzati a partire da ex gasometri), è stata integrata con un centro culturale a partire dagli “scheletri” caduti in disuso. Un gasometro abbandonato è diventato un’arena per grandi spettacoli, mentre alcuni trasformatori fungono da spazi per performance teatrali. A completare il progetto, la presenza di atelier e sale congressuali, ristoranti, caffetterie e un museo per i più piccoli.

Jardinos Elevados de Sants, 2016, Barcellona
Sergi Godia, Ana Molino
Il tracciato ferroviario che attraversa il quartire di Sants a Barcellona  ha creato durante il secolo scorso una forte ferita all’interno del tessuto urbano, dividendo nettamente la città con significative ricadute in termini di degrado e inquinamento acustico.L’amministrazione comunale nel 2002 ha lanciato un progetto di rinnovamento urbano per il tratto che va da Plaza de Sants a Calle Riera Blanca: escludendo l’idea di interramento del corridoio ferroviario, si è preferito il suo confinamento all’interno di un lungo box trasparente, la cui copertura fungesse da promenade lungo il quartiere, incaricando del progetto gli architetti Sergi Godia e Ana Molino.La nuova passerella si eleva da 4 a 12 metri rispetto alle strade circostanti, creando un punto panoramico sulla città. I giardini partono da una piazza a livello della strada, dove si erige una struttura parasole, per poi continuare secondo due percorsi lineari: il primo sul lato settentrionale della copertura, ricco di piante e alberi che creano una zona ombreggiata, il secondo sul lato a sud, esposto alla luce del sole. Il giardino gode di una vegetazione varia e piante rampicanti scendono dalla passeggiata come a formare una tenda sulla ferrovia. La flora presente nei giardini è stata pensata secondo una palette di colori ben precisa; i salti di quota e la disposizione degli alberi riescono a ricreare un’ambientazione naturale che offre piacevole la sensazione di non trovarsi nel centro della città. Dalla strada invece, i binari si intravedono solamente scostando i rampicanti, poiché la ferrovia è nascosta da travi di cemento prefabbricato che si susseguono in una sequenza diagonale, a ricordare le travi Warren, tipiche dei vecchi ponti ferroviari.

Madrid Rio, 2015, Madrid
West 8, MRIO Arquitectos (Burgos & Garrido, Rubio&Álvarez-Sala, Porras La Casta)
Tra il 2003 e il 2007 l’Amministrazione di Madrid ha deciso di interrare un tratto della M30, anello di circonvallazione urbana a grande scorrimento realizzato a partire dalla fine degli anni Sessanta.
Nell’area interessata, a sud ovest della città, la strada correva parallela al letto del fiume Manzanares, creando una doppia cesura urbana e contribuendo negativamente all’alto tasso di inquinamento dell’aria e dell’acqua: l’opera di interramento ha liberato una vasta area a diretto contatto con il fiume, che è stata destinata alla realizzazione di un parco lineare.
Vincitore del concorso è risultato il team composto da West 8, in collaborazione con gli studi Burgos & Garrido, Rubio&Álvarez-Sala e Porras La Casta, riuniti per l’occasione nel gruppo MRIO Arquitectos.
L’intera area di 120 ettari è stata suddivisa in diversi settori, ognuno con una precisa ispirazione e destinazione d’uso in relazione alle diverse fasce d’età degli utenti; ampie superfici sono dedicate alla pratica sportiva, con campi da tennis, pareti da scalata, skatepark.
La realizzazione di 11 nuovi ponti pedonali incentiva inoltre il rapporto tra i quartieri della città affacciati sul fiume, realizzando un’importante opera di ricucitura e riconnessione urbana.
Le principali aree del masterplan sono il Salon de Pinos, spazio verde lineare piantumato con 8.000 pini marittimi che collega le aree esistenti e i nuovi spazi urbani lungo il corso del fiume; l’Huerta de la Partida, una reinterpretazione dell’originale frutteto reale; l’Arganzuela Park, il cui elemento dominante è l’acqua con ruscelli, fontanelle e giochi d’acqua, e i Puentes Cascara, che traguardano il fiume in due punti, decorati internamente con mosaici dell’artista spagnolo Daniel Canogar.
Sulla porzione settentrionale del parco si innasta la Avenida de Portugal, importante arteria di collegamento con la periferia ovest della città, che è stata a sua volta parzialmente interrata realizzando un nuovo parcheggio sotterraneo e un lungo giardino in superficie.Di Madrid Rio fanno parte anche le opere di ristrutturazione di cinque dighe e due ponti storici, oltre a quelle di restauro dei ponti autostradali e di recupero delle aree circostanti a queste imponenti infrastrutture.

Immagini fornite da West 8


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