Il terremoto... c’è - una presa di coscienza necessaria per guardare al futuro
di Gianni Ascarelli
Il Terremoto è un qualcosa che il nostro paese deve introiettare come malattia endemica. Una malattia che sistematicamente e ciclicamente si presenta soprattutto nella “spina dorsale” dell’Italia. È come un fatto “genetico” che tocca ora qui ora li, mettendo a nudo la povertà tecnica del nostro insediato, di epoche anche recenti.
Eppure sui provvedimenti anti-sismici si sono succeduti un numero consistente di convegni e la “medicina” è nota; ci sono paesi che vi hanno provveduto ed adesso il fenomeno sismico è sotto controllo: in prima linea il Giappone. Convegni che sembrano siano stati più utili a produrre pubblicazioni per i diversi concorsi universitari che a mobilitare la popolazione: quando insegnavo all’Università degli Studi de L’Aquila ne ricordo almeno due; così come ricordo le scosse che hanno preceduto il sisma distruttivo, già di consistente entità. A L’Aquila il problema è stato doppio.
Prima, per il gran numero di studenti deceduti che frequentavano la facoltà di Ingegneria e il corso di Composizione Architettonica dove insegnavo e da ciò il dolore, la perdita di tanti giovani per le famiglie di origine e risorse intellettuali per il nostro Paese, che ne è sempre più privo; ricordiamoli insieme: Daniele Bortoletti, Giulia Carnevale, Davide Centofanti, Tonino Colonna, Angela Antonia Cruciano, Martina Benedetta Di Battista, Alessio Di Pasquale, Gabriele Di Silvestre, Vasileios Koufolias, Ivana Lannutti, Luca Lunari, Maurizio Natale, Gioia Piervincenzo, Ilaria Rambaldi, Rossella Ranalletta, Elvio Romano, Giustino Romano, Michele Strazzella, Vittorio Tagliente, Raffaele Troiani, Maria Urbano, Paolo Verzilli, Roberta Zavarella.